LO SPETTATORE ATTENTO

Formazione del Pubblico

LO SPETTATORE ATTENTO
novembre 2014 / aprile 2015
Ridotto del Teatro Metastasio

 

 

Lo spettatore attento è un percorso di formazione del pubblico dedicato a tutti gli spettatori del Teatro Metastasio; un ciclo di 8 incontri curati da altrettanti critici teatrali e rivolti a chi abbia voglia di fare della visione dello spettacolo un’arte.
Il progetto propone al singolo spettatore un lavoro di elaborazione dello spettacolo, un percorso di autocritica e di autoeducazione attraverso otto appuntamenti-esperienze-riflessioni dedicati allo “sguardo”, otto occasioni di approfondimento della fruizione per imparare ad ascoltare, per imparare a guardare.

Gli incontri sono gratuiti.
Ogni lezione prevede un numero limitato di partecipanti.
La prenotazione è obbligatoria.


CALENDARIO INCONTRI

> Sabato 22 novembre 2014 ore 16.00
Ridotto del Teatro Metastasio
 

Franco Cordelli, critico de Il Corriere della Sera
LA SCRITTURA SCENICA

Quando andiamo a teatro, che cosa andiamo a vedere?
Andiamo ad ascoltare o a vedere?
La tradizione vuole che si vada ad ascoltare qualcosa che è stato scritto da qualcuno in un tempo più o meno lontano. Vedere, per quella tradizione, è una specie di ornamento, un di più.
In realtà noi, nel nostro tempo, andiamo prima a vedere, poi ad ascoltare. O meglio andiamo là dove l’ascoltare è inscindibile dal vedere. Imparare a vedere è capire che cosa è realmente il teatro, cos’è ciò che ormai tutti chiamiamo scrittura scenica.



> Sabato 13 dicembre 2014 ore 16.00
Saletta Conferenze del Teatro Metastasio
 

Rodolfo di Giammarco, critico de La Repubblica
PER UN PUBBLICO EMOTIVO, PER UN PUBBLICO CORPOREO

La percezione dello spettatore è in genere erroneamente attribuita solo a facoltà intellettuali mentre chi assiste a uno spettacolo partecipa con tutta la propria anatomia, con un ascolto fisiologico, con un turbamento anche epidermico, voluttuoso, esteso a tutti i sensi. Basterebbero alcuni esempi (per difetto) di lavori in cartellone a Prato, per intenderci. Prima del silenzio di Patroni Griffi evoca la morbosità alta della cultura ma anche la carnalità del pensiero. Le sorelle Macaluso di Emma Dante poggia su una sinfonia di affetti eccitanti, pudichi e commoventissimi. La classe (da La classe morta) ci porta nei meandri di organismi umani che ci toccano da un aldilà che non muore. Il ritorno a casa di Pinter è un'elegia del desiderio, dell'attrazione, dell'erotismo, della basilarità del sesso. Winter di Jon Fosse è un'odissea tra prostituzione, lampi di felicità intima, impossibilità di essere normali nel più nascosto privato. Vocazione di Manfredini è ancora un necessario studio della croce/crocifissione palpabile dell'essere artisti. Fratto_X di Rezza-Mastrella è una radiografia della materia di cui siamo fatti. King size è una messa in camera (da letto) della leggerezza fisiognomica e canora della nostra anima più intestina. E non finisce qui, l'invito a esserci, in platea, con la nostra concretezza, con le nostre nervature periferiche, con la nostra compulsività soffocata dai ragionamenti.




> Sabato 17 gennaio 2015 ore 16.00
Ridotto del Teatro Metastasio
 

Andrea Porcheddu, critico de Gli stati generali
LA QUESTIONE ARABA: TEATRO COLONIALE E POSTCOLONIALE
in occasione dello spettacolo tratto dal testo di Tahar Ben Jelloun

Come guardare al teatro del mediterraneo? Molti sono i punti di contatto, i legami, i segni di una storia antica come l’uomo. Dal teatro di Epidauro, a Siracusa a Bodrum, in Turchia; dall’anfiteatro di El Jem, in Tunisia, a quello di Pola, in Croazia; da Cadice a Cipro, le vestigia e le rovine parlano di un passato comune. E oggi? Il teatro meridiano che lingue parla? A chi parla? Quale la prospettiva critica per comprendere fenomeni teatrali, culturali, sociali, politici del Mediterraneo?



> Venerdì 30 gennaio 2015 ore 16.00
Ridotto del Teatro Metastasio
 

Attilio Scarpellini, critico di Doppiozero
LA SCENA, L’IMMAGINE, L’INVISIBILE

Nella sua etimologia teatro significa: ciò dentro cui si guarda. Ma cosa si guarda quando si sta a teatro? Quale è il vero statuto di un'immagine che per definizione non solo si muove, ma soprattutto si trasforma? Il regista Eimuntas Nekrošius sostiene di potersi dichiarare soddisfatto se il pubblico dei suoi spettacoli riesce a trattenerne due o tre immagini. Ci sono immagini teatrali che esplodono non durante ma dopo che sono apparse sulla scena, quando è ormai troppo tardi. E una continua parallasse affligge la critica nel suo tentativo di fissare sulla pagina ciò che forse non può essere fissato. Ma soprattutto, l'immagine sulla scena eccede gli elementi reali che la compongono: attraverso quello che c'è, rivela quello che non c'è, attraverso il visibile lascia trasalire l'invisibile. Un piccolo viaggio in alcune immagini tratte da spettacoli contemporanei nel tentativo di esplicitare un'annotazione di Antonin Artaud: “Alla visualizzazione grossolana di ciò che è il teatro, grazie alla poesia, contrappone le immagini di ciò che non è."


> Martedì 3 febbraio 2015 ore 16.00
Ridotto del Teatro Metastasio
  

Roberto Canziani, critico de Il Piccolo e di vari periodici specializzati
L’ARTE DELLO SPETTATORE

Una conversazione rivolta e dedicata a chi, nella sala teatrale, sta dall’altra parte: il pubblico. Perché a teatro si incontrano due arti. Quella dell’attore, dell’autore, del regista. Ma anche quella dello spettatore, che non è il destinatario passivo, inerte, delle emozioni che provengono dalla scena. Tutt’altro. Lo spettatore immagina, elabora, partecipa, anticipa, ricorda. È attivo e vive intensamente il ruolo che gli spetta, pur restando seduto, al buio. La sua arte è un esercizio creativo e interpretativo, è la consapevolezza del proprio sguardo, è il lavorìo dell’intelligenza che dura per tutta la durata dello spettacolo. Lavoro di cui spesso, come spettatori, non ci accorgiamo, ma dal quale deriva il piacere (e qualche volta il dispiacere) di aver assistito a una rappresentazione teatrale.
L’incontro con Roberto Canziani, che di teatro ne ha visto tanto, offre al pubblico un vademecum su quest’arte che tutti possiamo condividere. Come apprenderla, come affinarla, come metterla al servizio della propria cultura e del proprio intrattenimento.


 

> Sabato 21 febbraio 2015 ore 16.00
Ridotto del Teatro Metastasio

 

Massimo Marino, critico de Il Corriere della Sera, edizione Bologna
TRA TONG MEN-G E LA CLASSE


Teatro con i carcerati, teatro con portatori di handicap e sofferenze, teatro nella periferie, teatro nei manicomi (in tempi ormai lontani) e con i pazienti psichiatrici oggi. Teatro con i migranti, con i nuovi italiani, negli scontri, negli incontri, nelle lingue diverse. Il teatro delle differenze è una delle strade più fertili non solo (non tanto, direbbero molti artisti) per affrontare temi, problemi, situazioni di disagio sociale. È soprattutto un modo radicale per riconsiderare e rinnovare il vecchio tronco del teatro, per dargli nuovi pensieri e più fresche energie, per far sbocciare nuovi germogli e nutrire altri sogni. Perché, come scriveva Arthur Rimbaud, Io è un altro.



> Sabato 21 marzo 2015 ore 16.00
Ridotto del Teatro Metastasio
 

Simone Nebbia, critico di Teatro e Critica
SU LE PENNE, SI COMINCIA!
in occasione dello spettacolo Vocazione


Cosa si prova vedendo uno spettacolo teatrale? Sono emozioni che possiamo ripetere, ripercorrere come fosse un viaggio a ritroso? In una sala teatrale sappiamo vedere, ma è nel racconto a un'altra persona che davvero iniziamo a far tesoro dell'esperienza vissuta. Se dirlo a voce sembra scappare via, è nella forma scritta che tutto può riprendere la forma che aveva quando ci ha colpito sulla scena. Vogliamo iniziare questo viaggio? Su le penne, si comincia!



> Sabato 18 aprile 2015 ore 16.00
Ridotto del Teatro Metastasio
 

Roberta Ferraresi, critico de Il Tamburo di Kattrin
L’ATTIVITÀ SPETTATORIALE.
COSTRUZIONE, DECOSTRUZIONE, RICOSTRUZIONE

A un primo impatto si potrebbe pensare che il ruolo dello spettatore sia una forma di fruizione passiva: quello di un osservatore che, seduto nell'ombra della platea, guarda l'opera in silenzio. Invece, il suo contributo è quanto mai attivo ed influenza lo spettacolo in profondità: sia perché gli artisti operano determinate scelte proprio in vista del proprio pubblico, sia perché ciascuno di noi partecipa alla costruzione del senso di una certa opera, con le proprie conoscenze, i propri riferimenti, i propri gusti e anche il proprio stato d'animo. Lo spettacolo è un fatto prima di tutto relazionale, che cambia di volta in volta, in base ai diversi spettatori che vi partecipano, a chi sono, a come si sentono, a quello che guardano. Lo spettacolo comincia molto prima del debutto, quando viene scelto dal proprio pubblico, e continua a vivere anche dopo, nella sua memoria e nei suoi racconti.
Da questo punto di vista, il ruolo del pubblico e l'attività spettatoriale sono determinanti, di grande responsabilità. Allora sarà importante interrogare il proprio sguardo e provare ad allenarlo, e porsi domande del tipo: come e perché andiamo a teatro? Cosa cerchiamo in uno spettacolo? Cosa guardiamo soprattutto e cosa invece ci sfugge? Quali sono le condizioni che influenzano la nostra visione, quali i nostri pregiudizi, le conoscenze pregresse, i gusti, i desideri? E, questi, come cambiano o, addirittura, come vengono trasformati dall'esperienza degli spettacoli stessi?


COME PRENOTARE
È possibile prenotare un singolo incontro, tutti o una parte, telefonando ai numeri 0574/608550 o 0574/608536 (dal lunedì al venerdì in orario 9.30/13.00 e 15.30/17.00) o scrivendo all’indirizzo mail comunico@metastasio.it.



22.11 / 2014 16.00
13.12 / 2014 16.00
17.01 / 2015 16.00
30.01 / 2015 16.00
03.02 / 2015 16.00
21.02 / 2015 16.00
21.03 / 2015 16.00
18.04 / 2015 16.00

COME PRENOTARE
È possibile prenotare un singolo incontro, tutti o una parte, telefonando ai numeri 0574/608550 o 0574/608536 (dal lunedì al venerdì in orario 9.30/13.00 e 15.30/17.00) o scrivendo all’indirizzo mail comunico@metastasio.it.